Posts Tagged ‘epifani’

 

 

Deve aver sortito qualche effetto il sondaggio della Ipr Marketing pubblicato ieri da repubblica.it  se Veltroni si è precipitato a scrivere al Presidente del Consiglio una letterina con tre proposte. Sulla lettera interessanti riflessioni di Minzolini sulla La Stampa  e de Il Foglio.

 

Nella sostanza il leader del Pd sta ben comprendendo che il fallimento di Alitalia sarebbe imputato alla CGIL e a lui personalmente come ispiratore politico dell’atteggiamento tenuto in questa settimana da Epifani. Le opzioni sul tavolo per risolvere la vicenda appaiono essere ancora legate esclusivamente alla cordata di Colaninno. Con un presenza societaria dei tedeschi di Lufthansa anticipata probabilmente rispetto ai piani iniziali della Cai. Veltroni, sostanzialmente,  non vuole che il successo della trattativa passi attraverso la sconfitta delle posizioni della CGIL e dunque, di riflesso, attraverso le sue indicazioni. La lettera assume la funzione di prova da rivendicare a futura memoria in caso di successo: Veltroni vuole acquisire il merito di avere dato lo stimolo decisivo per la soluzione finale della vicenda. Ai più la lettera di ieri appare invece la prova provata della incomprensibile intesa fra Pd e CGIL della scorsa settimana che fece saltare la trattativa.

 

Bizantinismi della politica italiana. Ma alla fine Veltroni e Epifani sono all’angolo. Firmare significherebbe salvare Alitalia e dare al governo Berlusconi ulteriore forza. Proseguire nel rifiuto dell’accordo significherebbe dare uno smacco al governo, ma soprattutto assumersi davanti alla opinione pubblica la responsabilità politica del fallimento di Alitalia, della rottura della unità sindacale e della definitiva lacerazione dei rapporti interni al Pd.

 

I sindacati e il governo Prodi sono gli artefici del disastro Alitalia per il 51% degli italiani. L’attuale governo Berlusconi è considerato responsabile dal 29% del campione e solo il 7% ritiene responsabile la cordata di Colaninno. Ma ben il 13% non sa a chi attribuire la colpa in questa vicenda. Quanto emerge dal sondaggio dell’Osservatorio Digis-SKYTG24 presentato oggi.

www.sondaggipoliticoelettorali.it

 

La Cai di Colaninno & Co. ritira l’offerta per l’acquisto degli asset sani di Alitalia e di fatto mette nelle condizioni il commissario straordinario Fantozzi di portare i libri della compagnia aerea italiana in tribunale. Epifani e i piloti hanno detto no al salvataggio organizzato da Berlusconi attraverso la cordata italiana e Colaninno non ha aspettato un minuto oltre la scadenza dell’ultimatum per ritirarsi tirando così un bel sospiro di sollievo. L’avventura era rischiosa, non solo per “ingovernabilità” delle relazioni industriali con i sindacati, ma soprattutto per le condizioni di liquidità interna alla cordata dopo il fallimento di Lehman, visto i legami di alcuni soci di Colaninno con la banca d’affari americana.

 

Certo lo smacco di immagine per Berlusconi può essere notevole, visto il grande impatto che la vicenda ebbe in campagna elettorale e per i risvolti nei rapporti con la Lega sul ruolo di Malpensa anche in vista dell’Expò di Milano del 2015. Ma ancora più grande è l’opportunità politica di addossare tutta la responsabilità del fallimento della trattativa al sindacato rosso e ai suoi sodali politici annidati nel Pd. Se passasse questo messaggio mediatico il livello di consenso per il sindacato e la sinistra sarebbe disastroso.

 

Sul piano della alleanza sindacale lo strappo fra i tre sindacati è già avvenuto oltre che per la differente decisione assunta sul merito del piano della Cai, soprattutto per la lacerazione dei rapporti personali fra i tre segretari generali, con Angeletti e Bonanni che accusano  senza giri di parole personalmente Epifani del fallimento del salvataggio della compagnia aerea. Si profila un sindacato nuovamente diviso con la CGIL isolata e arroccata su posizioni antigovernative a prescindere.

 

Ora il fallimento appare la strada maestra. Occorre capire se l’Italia sarà in grado di ripercorrere le gesta della Svizzera che ha saputo ricostruire una compagnia area di bandiera dopo il fallimento della preesistente.

 

Considerazione finale per comprendere il futuro dell’opposizione: Di Pietro è a Fiumicino a solidarizzare con i lavoratori che “festeggiano” l’affossamento del salvataggio di Alitalia e il loro inevitabile licenziamento. Veltroni è a New York, e se ha comprato un biglietto andata e ritorno Alitalia, potrebbe restarci.