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Gli italiani sono pazzi di Berlusconi? Per Euromedia è un amore in costante crescita, che tocca quote da vertigine. Ma per altri due istituti di ricerca, Digis e Ipso, il rapporto fra Berlusconi e gli italiani è già entrato in crisi. Non al punto però da portare al tradimento in cabina elettorale (i dati sulle intenzioni di voto sono stabili con i partiti della maggioranza sopra il 50%), ma  ad un livello comunque di guardia.

 

La discrepanza fra i dati offerta dai tre istituti è clamorosa. Non è il caso di analizzare il perché di tale differenza di risultati. Sarebbe impossibile non conoscendo nel dettaglio la metodologia adottata da tutti e tre gli istituti e non sapendo in particolare se la percentuale del 72% di Euromedia si riferisce al campione totale degli  intervistati (100%) o solo a chi ha espresso un giudizio, di solito pari all’80-85% del campione. Anche in questo secondo caso il dato resterebbe comune troppo divaricato fra i tre istituti.

 

Opposizione estranea al rapporto fra l’opinione pubblica e il premier

Quello che invece appare interessante è come tutto questo processo di “innamoramento” dell’opinione pubblica nei confronti del premier e il suo “presunto” momento di raffreddamento non produca nessun effetto reale sull’opposizione. Appare un dialogo a due fra gli italiani e Berlusconi, dove l’opposizione e i suoi leader non intervengono in nessun modo. La loro azione comunicativa non incide nel rapporto. Tutto appare rinchiuso in una comunicazione bidirezionale fra il premier e l’opinione pubblica italiana. Consenso e gradimento quando le promesse vengono mantenute e segni di disaffezione quando i provvedimenti appaiono presi senza una specifica azione di spiegazione e motivazione preventiva. L’opposizione cerca certo di intromettersi in questo rapporto, come nel caso delle proteste sulla riforma Gelmini, ma non riesce a ricavarne nulla in termini di aumento del consenso.

 

I blocchi elettorali del paese appaiono congelati.

In questa situazione è il Pd che deve scegliere con rapidità a quale parte del paese vuole parlare per tentare di aumentare il proprio blocco di consenso. La manifestazione del Circo Massimo è evidentemente apparsa una esibizione identitaria che ha parlato non a tutto il paese, ma alla propria parte, quella che nonostante i numeri delle elezioni clamorosamente a favore del centrodestra si ritiene ancora la “migliore”. A sinistra resta, in termini percentuali di consenso,  ben poco da drenare e tornare a porgere lo sguardo agli ex compagni appare una scelta programmaticamente impossibile per Veltroni. L’ex alleato Di Pietro resta a livello locale oggi una scelta agli occhi della dirigenza del Pd obbligata e in Abruzzo si cede alle sue imposizioni.

 

Il Pd rinuncia all’Udc e alla sua funzione di ponte strategico per conquistare l’area moderata

Scegliendo Di Pietro in Abruzzo il Pd ha rinunciato di fatto ad una intesa con l’Udc. Questa intesa avrebbe potuto significare il primo passo in direzione del blocco elettorale del centrodestra che necessariamente bisogna scalfire se l’opposizione vuole tornare al governo. L’Udc è di fatto l’unica congiunzione politica, il ponte che collega l’opposizione odierna all’area più moderata del paese e che in aprile ha scelto il Pdl. In prospettiva uno strumento di possibile “raccolta” dei futuri delusi del berlusconismo o addirittura il mezzo per “invadere” in termini culturali e di proposta politica il campo avverso. Scegliere di isolare l’Udc e lasciare alla balia degli eventi elettorali (regionali in Abruzzo e amministrative di primavera) il partito di Casini, significa per Veltroni rinunciare all’unico strumento in grado di creare un legame reale fra il Pd e quel blocco elettorale moderato del paese che oggi nonostante qualche incomprensione sulle scelte del suo leader, non può e non vuole guardare a nessuna altra proposta politica.

 

Il recinto elettorale nel quale si sta chiudendo il Pd non solo è troppo piccolo per qualsiasi aspirazione governativa, ma del tutto inadeguato ad una ispirazione maggioritaria. Del resto l’unica porta di collegamento al momento socchiusa oltre il proprio recinto è quella con l’Idv che non drena consenso, ma al contrario ne consente la fuoriuscita.

 

 

 

Il sondaggio effettuato da Digis-SkytTG24 sulle intenzioni di voto degli italiani dimostra come resti stabile il consenso elettorlae rispetto ai dati della scorsa settimana. Solo leggerissime flessioni per la maggioranza e l’opposizione. I partiti governativi insieme superano il 50% dei voti. Cala sensibilmente il Pdl al 39,8% (-0,7% rispetto alla scorsa settimana), la Lega sale al 9,5% (+0,3% rispetto all’ultima rilevazione) e l’MPA stabile allo 0,8%.

 

Il Pd frena la sua lenta risalita dal minimo toccato a quota 28% e riscende da quota  29% al 28,7% (-0,3%). Di Pietro stabile al 7,4%, riconquista uno 0,2% rispetto alla scorsa settimana.

 

L’Udc si conferma stabile sopra la soglia psicologica del 5% e arriva al 5,4% con un +0,2% rispetto all’ultimo riscontro. La Destra stabile al 2,0% (-0,2%).  Stabili anche l’area dell’ex sinistra arcobaleno: 3,9% (+0,1%) e i Socialisti allo 0,6% .

 

Il dato settimanale vede le due principali coalizioni perdere qualche decimale, ma lo stato di fondo dei rapporti di forza interno ed esterno alla maggioranza e alla opposizione resta confermato. Il Pd ha già esaurito il suo trend di crescila riscendendo da quota 29%, mentre Di Pietro resta stabile sopra il 7%. Nella maggioranza il Pdl contrae il suo consenso, senza che il dato della coalizione ne risenta particolarmente. In vista delle europee dati confrontati per l’Udc premiato dal profilo istituzionale tenuto da Casini durante queste settimane di crisi economica.  La settimana prossima vedremo che effetti avranno il viaggio di Berlusconi in America, gli esiti di Piazza Navona, l’evoluzione della crisi economica.

Nuova rilevazione Digis per SkyTG24 sull’appeal dei candidati premier. Alla domanda chi è il miglior candidato premier Il leader del PDL viene giudicato dal 46% degli italiani (-0,1% rispetto alla settimana scorsa) come il miglior candidato premier, mentre Veltroni conferma il dato del 37%. Venerdì scorso il dato fu 47% a 37% a favore di Berlusconi. Negli altri parametri il leader del Popolo della Libertà e il segretario del Pd mantengono le posizioni.Veltroni supera Berlusconi per competenza (61 a 57) e per affidabilità (46-44). Berlusconi resta il più simpatico (55 a 46) e il più capace di innovare l’Italia (42 a 36).

Sesta e ultima rilevazione della Digis sull’intenzione dei voto degli italiani. Si restringe il vantaggio di Berlusconi su Veltroni e ora la distanza fra le due coalizione ritornata a  +6,3% (-0,9%) rispetto alla rilevazione del 20 marzo: 44,9% (-0,7%) per il PDL-Lega-Mpa contro il 38,6% (+0,2%) del Pd-Idv.Il PDL cede un 0,6% stabilizzandosi al 40,4%. La Lega (4,1%) resta stabile e il Movimento per l’Autonomia di Lombardo flette di uno 0,1% stabilizzandosi allo 0,4%. l’Unione di Centro guidata da Casini recupera mezzo punto percentuale e ora è al 6,5% .Il PD di Veltroni conferma il dato della scorsa settimana al 35%. Mentre Di Pietro sale al 3,6% facendo guadagnare alla coalizione del PD-IDV nel complesso uno 0,2%.Alla sinistra del PD, stabile il dato del Partito Socialista all’1,3% e la Sinistra Arcobaleno perde un altro decimale e arriva al 6,2% (-0,1%). La Destra si attesta all’1,8% (+0,1%). Gli altri partiti non superano lo 0,3%.

  24 feb 02 mar 9 marzo 16 marzo 20 marzo 27 marzo
Liste            
La Destra 1,5 1,3 1,5 1,6 1,7 1,8
Popolo delle Libertà 38,2 40,3 41,1 40,4 41 40,4
Lega Nord 4,8 4,6 4,6 4,1 4,1 4,1
Movimento per l’Autonomia 0,4 0,3 0,2 0,2 0,5 0,4
Berlusconi Presidente 43,4 45,2 45,9 44,7 45,6 44,9
Udeur 0,5 0,4    
Lista per la vita 0,4 0,2 0,1 0,1 in altri in altri
Unione di centro 7,2 6,9 7 6,9 6 6,5
Partito Democratico 34,4 34,5 33,4 34,5 35 35
Italia dei Valori 3,9 3,4 3,3 3,7 3,4 3,6
Veltroni Presidente 38,3 37,9 36,7 38,2 38,4 38,6
Partito Socialista 1,3 1,1 1,4 1,5 1,3 1,3
Sinistra Arcobaleno 6,6 6,5 7,1 6,7 6,3 6,2
Partito Comunista dei Lavoratori  0,8 0,5 0,3  0,3  0,4  0,4
Altri partiti 0 0 0 0 0,3 0,3

Minzolini su La Stampa fa lo scoop della campagna elettorale. Mette in bocca al Cavaliere i nomi degli imprenditori che faranno parte della cordata italiana per salvare Alitalia dalle grinfie dei francesi e dal fallimento. Allo stesso tempo inquadra alla perfezione la strategia di comunicazione che c’è dietro a questa mossa e gli effetti elettorali e di tattica politica che essa ha prodotto e produrrà sino al 13 e 14 aprile. Uno su tutti: Veltroni costretto a difendere il governo Prodi. È la mossa del Cavaliere, che si attendeva all’inizio della campagna elettorale. Una mossa probabilmente decisiva per ottenere proprio al nord un risultato determinante per la sfida elettorale al senato. Ovvero superare la soglia del premio di maggioranza del 55% e aggiudicarsi più seggi di quelli che il premio può garantire. Il nord può divenire il fortino inespugnabile della vittoria del PDL al senato. Le regioni in bilico potrebbero essere il serbatoio per conquistare i senatori eccedenti a quelli necessari ad avere una pur minima maggioranza. Se in Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Piemonte il PDL superasse il 60% dei voti al senato, il gioco sarebbe fatto. Ecco la strategia elettorale del cavaliere per ottener la vittoria con quei 30 senatori in più rispetto all’opposizione che si accredita. Regioni in bilico da conquistare con presenza diretta e azioni di comunicazione mirata, come ieri in Lazio (vedi il perché della candidatura di Ciarrapico ), portare l’Udc sotto la soglia dell’8% in tutta Italia insistendo sul concetto del voto utile (vedi Corriere della Sera cartaceo su retroscena incontro Letta in Vaticano) e valanga azzurra nel Nord grazie al tema dell’Alitalia con cadute positive sulla difesa della italianità in tutto il paese.  Intanto si attende la contromossa di Veltroni, che per il momento preferisce evitare gli studi di Porta a Porta.

Le regioni davvero in bilico? Basta seguire il tour elettorale di Berlusconi per comprendere dove si gioca davvero la partita per ottenere la maggioranza al Senato. E la regione chiave è proprio il Lazio. Soprattutto per la quantità di senatori in ballo, ben 27. Le altre incerte (Liguria, Abruzzo, Sardegna, Calabria) non hanno lo stesso peso specifico, ma possono incidere sulla qualità della vittoria del centrodestra. Qui  tutte le considerazioni sulle varie previsioni regionali al senato. Qui La Repubblica prevede il pareggio con i dati di Ipr marketing.

Si impenna il vantaggio di Berlusconi con 10 punti di vantaggio rispetto a Veltroni alla domanda chi è il miglior candidato premier. Il ledere del PDL viene giudicato dal 47% (stabile rispetto a domenica scorsa) degli italiani come il miglior candidato premier, mentre Veltroni scende al 37% (-3%). Domenica il dato era 47% a 40% a favore di Berlusconi. Negli altri parametri il leader del Popolo della Libertà e il segretario del Pd mantengono le posizioni.Veltroni supera Berlusconi per competenza (62 a 59) e per affidabilità (48-45). Berlusconi resta il più simpatico (55 a 47) e il più capace di innovare l’Italia (41 a 36). Qui i dati completi.

 Quinta rilevazione della Digis sull’intenzione dei voto degli italiani. Si riallarga il vantaggio di Berlusconi su Veltroni e ora la distanza fra le due coalizione ritorna a +7,2% (+0,7%) rispetto alla rilevazione di domenica 16 marzo. 45,6% (+0,9%) per il PDL-Lega-Mpa contro il 38,4% (+0,2%) del Pd-Idv.Il PDL riprende quota dopo le polemiche sui casi Ciarrapico precari con un +0,6% stabilizzandosi al 41%. La Lega (4,1%) resta stabile e il Movimento per l’Autonomia di Lombardo aumenta di un +0,3% arrivando allo 0,5%. Calo notevole dello 0,9% l’Unione di Centro guidata da Casini ora al 6% .Il PD di Veltroni cresce di un mezzo punto percentuale e si attesta la 35%. Di Pietro al 3,4% cede un  0,3%). La coalizione del PD-IDV nel complesso guadagna un 0,2%.Alla sinistra del PD, fletta il dato del Partito Socialista all’1,3% (-0,2%) e la Sinistra Arcobaleno torna perde altri decimali e arriva al 6,3%(-0,4%). La Destra, decimale dopo decimale, aumenta il suo consenso e giunge al 1,7% (+0,1%).  Qui i dati completi

Quarto monitoraggio della Digis per Sky TG24 sui paramentri dell’appeal dei candidati premier. Si stabilizza l’appeal di Berlusconi con 7 punti di vantaggio rispetto a Veltroni. Il ledere del PDL viene giudicato dal 47% (+1%) degli italiani come il miglior candidato premier, mentre Veltroni risale al 40% (+1%). La scorsa settimana il dato era 46% a 39% a favore di Berlusconi. Negli altri parametri il leader del Popolo della Libertà soffre la settimana di polemiche. Veltroni supera Berlusconi per competenza (64 a 62) e per affidabilità (52-49). Berlusconi resta il più simpatico (56 a 46) e il più capace di innovare l’Italia (42 a 40). Qui la tabella completa.

Quarta rilevazione della Digis sull’intenzione dei voto degli italiani. Si contrae il vantaggio di Berlusconi su Veltroni e ora la distanza fra le due coalizione ritorna a +6,5% (-2,7%) rispetto alla rilevazione di domenica 2 marzo. 44,7% contro il 38,2% del Pd-IdvÈ il PDL a scontare la settimana di polemiche (i casi Ciarrapico e la battuta di Berlusconi sui precari), con un -0,7% di calo che lo riporta al 40,4%. La Lega (4,1%) perde un 0,5% probabilmente a causa della grande azione mediatica del PD nel Triveneto e il Movimento per l’Autonomia di Lombardo conferma il suo 0,2%. Stabile sempre attorno al 7% (6,9%, -0,1%rispetto alla scorsa settimana) l’Unione di Centro guidata da Casini. Il sondaggio rivela come il PD di Veltroni sia risuscito a recuperare per intero il punto percentuale (+1,1%) perso durante la settimana precedente, caratterizzata dalle polemiche con i radicali per le liste e fra Governo e Confindustria dopo la tragedia di Molfetta. Stabile Di Pietro al 3,7% con un sensibile incremento (+0,4%). La coalizione del PD-IDV nel complesso guadagna in una settimana un 1,5%.Alla sinistra del PD, si stabilizza il dato del Partito Socialista all’1,5%(+0,1%) e la Sinistra Arcobaleno torna dopo il picco della scorsa settimana al 6,7%(-0,4%). La Destra decimale dopo decimale aumenta il suo consenso e giunge al 1,6% (+0,1%). Qui la tabella completa.